In ricorrenza del Primo maggio, voglio esprimere non con dolore ma ben si con nostalgia episodi della carriera del più gran talento di sempre che purtroppo non ho potuto ammirare da vicino Ayrton Senna. Voglio con questo post, dopo tutto quello detto e ridetto su di lui, ripercorrere delle tappe e fasi inedite della sua carriera, della F1 anni d’oro e del primo progresso tecnologico, vale a dire l’era turbo anni ’80. Fasi che rivivo immaginariamente in chiave professionale di ciò che ho appreso ma che aimè, con grandissimo rammarico, per non aver vissuto in quegli anni. Ayrton come tutti sanno cresce agonisticamente in Italia correndo in kart per la DAP, casa milanese. Dopo avere vinto tutto o quasi, si trasferisce in Inghilterra nel 81 , dove inizia l’esperienza formulistica , concedendosi ancora poche gare in Kart. Nell 81 corre nella famosa Formula Ford 1,6 ma poi sembra quasi ripensarci e torna in Brasile (tralascio questa parentesi già più volte ripetuta). A fine anno però decide che il suo lavoro sarà il pilota. Nel 1982 sale di categoria e debutta nella classe 2,0 (Ford) dove vince e rivince provando e debuttando poi in F3. Questo gli consentirà di trovare dei finanziamenti dal Brasile per cosi fare il salto nella categoria formativa più prestigiosa la F3 inglese appunto. Per molti era quasi più importante della F2. Vince 12 gare su 20 e a fine si laura campione inglese F3. Il suo acerrimo rivale fu il futuro collega in f1, Martin Brundle. Qui subentra un “caso” di gestione per me interessantissimo. Frank Williams lo volle vedere all’opera prima che il campionato finisse, invitandolo a Donington per una sessione privata di mezza giornata. Il risultato fu stupefacente e Sir Frank rimase impressionato quando osservò i cronometri. Il 23 enne brasiliano aveva declassato di 2” il record della pista che aveva registrato il team in precedenti prove. Purtroppo però, quasi incredulo perché mai se lo sarebbe aspettato, dovette congedarlo con un “alla prossima” perché nel team erano già sotto contratto Rosberg (Ayrton testò proprio la sua macchina dell’82) ed il francese Laffitte per il 1984. Ma non finì qui perché Ayrton fu invitato a girare tra Silverstone e Brand Hatch anche da Mclaren, Brabham e Toleman, non appena si laureò campione. Tra l’altro a novembre di quell’anno si impose anche nella gara intercontinentale di F3, che ancora oggi c’è, a Macao. L’83 fu la prima edizione riservata a tutti i piloti ed Ayrton corse per i colori Marlboro battendo proprio il suo futuro compagno di squadra, Berger. L’austriaco correva nella F3 tedesca in quell’anno. Ma tornando all’Inghilterra fu intrigante e curioso che le più importanti squadre vollero vederlo all’opera rimanendo entusiasti ma alla fine nessuno poté ingaggiarlo tranne una. La Mclaren fu corretta offrendoli solamente di fare dei test lungo la stagione 84: aveva appena chiuso con il suo futuro rivale Prost , gran protagonista di quel mondiale e l’altra macchina era per Lauda. Chi invece aveva un sedile libero era il team campione gestito da Ecclestone. Nelson Piquet , di Rio de Janeiro, aveva appena vinto il secondo mondiale mentre il suo compagno Patrese, aveva appena salutato la compagine inglese per rimpatriare e correre per l’Alfa – Benetton. Ayrton in quel test andò chiaramente forte e prese forma la prima ingiustizia della sua carriera che i vari romours si divisero in due versioni similari ma opposte: Piquet non lo voleva tra i piedi perché rappresentava una minaccia per la sua immagine vincente fuori e soprattutto in Brasile, pertanto venne scelto un altro pilota italiano come compagno dando al giovane Ayrton la versione che il title sponsor Parmalat, voleva un italiano. Piquet sostenette che per lui il compagno era indifferente e diede la responsabilità della scelta ad Ecclestone, quest’ultimo invece disse che la scelta del secondo pilota spettava solo allo sponsor. Ed ecco che Ayrton dovette optare per la piccola Toleman per il suo primo anno in F1. A fine ’84 , dopo la leggendaria gara di Monaco, ed altri ottimi piazzamenti anche a podio, la Lotus lo ingaggiò per gli anni a seguire. Notare che Ayrton venne espulso per una gara (Monza) per aver svelato l’accordo in gran segreto col team nero oro durante la stagione in corso. Di fatto Ayrton prese il posto di Nigel Mansell che passò in Williams. Sir Frank aveva bisogno di un pilota connazionale per far entrare uno sponsor e dare luce al team, non più brillante come a inizio decennio, tra l’altro la relazione con lo sponsor Saudi terminò, ma intanto, già in quell’ anno fu rifornito (anche di soldi) dai propulsori Honda. In Mclaren Lauda si apprestava, fresco campione del mondo per la terza volta, al suo ultimo anno in F1 e a sottostare a Prost nell’85, che di fatto rappresentava il futuro del team di Woking. Ma il mio campanello d’ allarme scatta vedendo che per l’85 la Brabham ingaggia uno svizzero al fianco di Piquet. Marc Surer, pilota esperto ma sicuramente ne fenomeno e ne italiano. Ayrton comunque si è già accasato col leggendario team Lotus che sta tornando al vertice dopo anni bui (terzi in classifica costruttori nell’84). Poco male, anzi. Ad Ayrton viene perfino concesso di sfoggiare sulla tuta, oltre che nel casco, il suo sponsor personale National. La stagione è super, conclude quarto e, conquistando pole su pole vince 2 gare. Gara dopo gara sottrae prestigio al nostro Elio De Angelis, suo compagno e molto veloce in gara, ed Ayrton per l’86 ha la leadership del team che decide di puntare solo sul brasiliano. Elio venne ingaggiato da Ecclestone per l’86. Qui un’altra parentesi: lo nota il top management del Cavallino ed Enzo Ferrari. La cosa non chiara è come mai Ayrton non passò in Ferrari al posto di Johanson che era e sarebbe stato li solo di passaggio dopo che sostituì Arnoux dalla seconda gara dell’ 85 e, la Ferrari comunque si rilevò superiore della Lotus, concludendo seconda ma dominando il campionato ’85 in parte. Non importa, certe questioni non toccano il cuore dei tifosi e dei ferraristi che già avevano Alboreto e forse Ayrton non se la sentì di tradire il team che gli diede una grande opportunità. In Mclaren Lauda appese il casco al chiodo definitivamente dopo aver vinto il suo ultimo Gp in Oldanda (Zandvoord) e Dennis volle ingaggiare Rosberg per un solo anno come compagno “fedele” di Prost per prepararsi al meglio contro i nuovi rivali della Williams Honda. A proposito di Williams, a fine ‘85 venne ingaggiato Piquet (al posto di Keke) facendo un gran torto a Mr. Bernie che lo pagava profumatamente (1,5 M di Dollari suddivisi tra sponsor, Bmw e Pirelli). Bene, mi chiedo allora come mai Sir. Frank non prese Ayrton anzichè Piquet, che sicuramente gli sarebbe costato molto meno essendo ancora giovane e non ancora campione.
Dei contatti penso che ci furono verso fine 85 ma, Ayrton oltre alla fedeltà per Lotus che gli avrebbe garantito un posto di prima guida e piu soldi, non aveva la garanzia che la Williams, avendo il Re leone Mansell, non poteva garantirgli ciò perchè, Frank sempre in cerca di sponsor, non avendo un colosso del tabacco, preferì un 2 volte campione del mondo per attirare consensi e prediligendo il marketing al talento. Senna nell’ 86 vinse altre 2 gare e conquistò ben 8 pole, finendo ancora quarto in classifica piloti poco distante dagli altri 3. La Lotus motorizzata Reanult aveva dei grossi problemi di affidabilità , cosa che dipendeva quasi sempre dal propulsore francese che in versione gara aveva delle lacune. Honda invece vinse 9 Gp con la Williams e vinsero il titolo costruttori, perdendo quello piloti all’ ultima gara. Ma gli unici che davvero vollero e credettero con fatti in Ayrton, furono i nipponici che vollero estendere la fornitura dei motori anche alla Lotus nell’87. Di fatto appena dopo Adelaide dove Prost vinse il suo secondo mondiale, Ron Dennis propose Ayrton nel team già per il 1987 visto che anche Rosberg si ritirò ed, a quel punto la Mclaren si spinse ma, il team Principal della Lotus Peter Warr fece una contro proposta ad Ayrton irrinunciabile. A fine ‘87 Ayrton concluse terzo in classifica dietro le Williams ma, Honda ormai innamorata del paulista, pur di tenerlo, abbandonò Williams per la Mclaren per gli anni futuri, dandogli finalmente un team da mondiale. Il resto è storia romantica oltre che mito!